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2010: Licia Troisi
licia_troisi.jpgProtagonista indiscussa del panorama letterario italiano, definita la regina del Fantasy, tra i generi letterari più consolidati in Europa, Licia Toisi riceve il Premio Baccante 2010.
Appassionata ai giochi di ruolo, a soli 21 anni Licia Troisi scrive per divertimento un romanzo fantasy. Spedisce il manoscritto alla Mondadori e il romanzo non solo viene pubblicato, ma schizza in vetta a tutte le classifiche di vendita. Tra mitologia, fiaba, misteri e antichi archetipi, neiromanzi di Licia Troisi i personaggi lottano per la ricerca di se stessi e per la libertà del loro popolo.
Difendendo cause universali, in mondi immaginari e lontani, Licia Trosi affronta temi attuali come la guerra, la diversità e l’ambiente.


Licia Troisi, nata a Roma nel 1980, ha seguito studi classici per poi studiare Astrofisica, laureandosi con una tesi sulle galassie nane. Per Mondadori ha pubblicato la trilogia “Cronache del mondo emerso: Nihal della Terra del Vento, La missione di Sennar , Il talismano del potere”, la trilogia “Guerre del Mondo Emerso: La setta degli assassini, Le due guerriere, Un nuovo regno” e la trilogia “Leggende del Mondo Emerso: Il destino di Adhara”. Con queste saghe è diventata una delle autrici fantasy più vendute nel mondo, imponendosi anche in Germania, Francia, Spagna, Russia, Portogallo, Brasile e altri paesi. Licia Troisi collabora come astrofisica con l’Agenzia Spaziale Italiana e attualmente è dottoranda in astronomia.





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il Premio

"Le Baccanti, nel mito greco, rappresentavano l’esaltazione mistica eccessiva e feroce culminante nella pratica di rituali cruenti. Erano tuttavia sacerdotesse di Dioniso, simbolo di conoscenza occulta ma, soprattutto, incarnazione del principio naturale della psiche, l’istinto. Quello stesso principio naturale che liberandosi, esprimendosi nella persona attraverso invasamento e possessione, produce l’arte, la danza, la musica e il canto.

Questa baccante nasce da un rovesciamento poetico di senso e dal desiderio di rivalutarne la figura facendone un simbolo della condizione e del ruolo della donna nella cultura. Non è, infatti, proprio la natura femminile, in quanto depositaria del segreto della vita, da sempre associata alla sfera istintuale?

La baccante diventa nella mia immaginazione non solo custode dei misteri di un culto, ma portatrice del seme, la pietra di taglio ogivale incastonata nel ventre, seme che già germoglia nelle pieghe delle vesti ondeggianti operando una metamorfosi della donna in forma floreale, ma capace in particolare di contenere nelle mani la propria storia: la sagoma intera del collier fa riferimento infatti alla forma classica dello specchio da viaggio. La donna, attraverso una ricerca tutta interiore, la conoscenza di sé, e attraverso l’esperienza dell’arte, giunge alla riconquista del proprio posto nella storia".

Lela Capitelli
Laboratorio Orafo Materia
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