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2006: Alicia Gimenez-Bartlett

Insieme al Women's Fiction Festival nasce il premio "Baccante". Ogni anno, l'omonima associazione, insieme ad Harlequin Mondadori, sponsor del WFF, premiano un'autrice o una donna di fama internazionale. Quest'anno, il Women's Fiction Festival concede un premio alla carriera ad Alicia Gimenez-Bartlett per il suo apporto alla narrativa femminile in riconoscimento della sua esperienza maturata nell'ambito della letteratura, in particolare quella spagnola ed europea.
Il premio è un gioiello in oro creato in loco da un'artista emergente.

La vincitrice del Premio "Baccante 2006"

ALICIA GIMENEZ-BARTLETT

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Alicia Gimenez-Bartlett è nata ad Almansa nel 1951 e vive dal 1975 a Barcellona. Laureata in Letteratura e Filologia Moderna, ha insegnato
per tredici anni letteratura spagnola e, dopo il successo dei suoi romanzi, ha deciso di dedicarsi completamente alla scrittura. Prima di ottenere infatti notorietà in patria con i romanzi Ritos de muerte e Dias de Perros la Bartlett ha pubblicato diversi libri: con Una abitacion ajena, che racconta il difficile rapporto tra Virginia Woolf e la sua cameriera, ha vinto nel 1997 il premio Feminino Lumen per la miglior scrittrice spagnola. Si è poi dedicata alla serie con protagonista l’ispettrice Petra Delicado, che l’ha consacrata in Spagna come una delle gialliste più seguite e amate. In Italia tutti i suoi romanzi sono pubblicati con successo da Sellerio di Giorgianni.

 





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Ultimo aggiornamento ( domenica 17 febbraio 2008 )
 
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il Premio

"Le Baccanti, nel mito greco, rappresentavano l’esaltazione mistica eccessiva e feroce culminante nella pratica di rituali cruenti. Erano tuttavia sacerdotesse di Dioniso, simbolo di conoscenza occulta ma, soprattutto, incarnazione del principio naturale della psiche, l’istinto. Quello stesso principio naturale che liberandosi, esprimendosi nella persona attraverso invasamento e possessione, produce l’arte, la danza, la musica e il canto.

Questa baccante nasce da un rovesciamento poetico di senso e dal desiderio di rivalutarne la figura facendone un simbolo della condizione e del ruolo della donna nella cultura. Non è, infatti, proprio la natura femminile, in quanto depositaria del segreto della vita, da sempre associata alla sfera istintuale?

La baccante diventa nella mia immaginazione non solo custode dei misteri di un culto, ma portatrice del seme, la pietra di taglio ogivale incastonata nel ventre, seme che già germoglia nelle pieghe delle vesti ondeggianti operando una metamorfosi della donna in forma floreale, ma capace in particolare di contenere nelle mani la propria storia: la sagoma intera del collier fa riferimento infatti alla forma classica dello specchio da viaggio. La donna, attraverso una ricerca tutta interiore, la conoscenza di sé, e attraverso l’esperienza dell’arte, giunge alla riconquista del proprio posto nella storia".

Lela Capitelli
Laboratorio Orafo Materia
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