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Il corpo delle donne al WFF

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2004: Maria Venturi

Insieme al Women's Fiction Festival nasce il premio " Baccante". Ogni anno Harlequin Mondadori, promotrice del festival, premia un'autrice di fama internazionale per il suo apporto alla narrativa femminile in Italia e nel mondo, con un'opera d'arte creata in loco da un'artista emergente.

LA VINCITRICE DEL PREMIO "BACCANTE" 2004

ImageLa prima edizione del Premio " Baccante", promosso da Harlequin Mondadori, ha premiato MARIA VENTURI quale scrittrice che in questi anni ha meglio interpretato, valorizzato e reso originali i temi della women's fiction in Italia.
Scrittrice, giornalista, opinionista, critica televisiva, Maria Venturi ha con in lettori un rapporto di fiducia - riavuta e trasmessa - sin dai tempi in cui dirigeva grandi magazine come Novella 2000 e Anna. La sua straordinaria competenza su tutte le regioni della geografia del cuore nasce dal confronto assiduo, franco, partecipe, mai sdolcinato, con generazioni di lettrici, confronto che la riporta continuamente all'aderenza alla realtà quotidiana, ai problemi e alle vicende di tutti, senza dover ricorrere alle alchimie a tavolino del marketing editoriale (di cui peraltro conosce alla perfezione le regole).
I suoi romanzi, tutti editi da Rizzoli e da BUR, scritti con uno stile orgogliosamente popolare, sono sempre premiati da enormi successi di vendita: oltre quindici titoli, tutti bestseller tradotti anche in bulgaro, rumeno e polacco. L'ultimo, edito da Rizzoli, è intitolato: Butta la luna. Numerosi titoli sono stati trasformati in film televisivi dai clamorosi risultati di pubblico: il più recente è quello di INCANTESIMO, la fiction di Rai Uno giunta ormai alla settima serie. Tra gli altri, ricordiamo: Butta la luna, L'amante è finita, Chi perdona ha vinto, Da quando mi lasciasti, In punta di cuore, Addio e ritorno, La donna per legare il sole.
Maria Venturi non si stanca di leggere e interpretare l'Italia dei sentimenti con una voce unica e un timbro riconoscibile, privo di ogni snobismo intellettuale ma anche lontano dalla superficialità o dalla ripetitività. Dotata di un naturale talento letterario certificato già da Italo Calvino e Oreste Del Buono, ha saputo aggiornare e adattare alle esigenze italiane la grande lezione delle maestre anglosassoni di women's fiction.

 





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Ultimo aggiornamento ( domenica 17 febbraio 2008 )
 
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il Premio

"Le Baccanti, nel mito greco, rappresentavano l’esaltazione mistica eccessiva e feroce culminante nella pratica di rituali cruenti. Erano tuttavia sacerdotesse di Dioniso, simbolo di conoscenza occulta ma, soprattutto, incarnazione del principio naturale della psiche, l’istinto. Quello stesso principio naturale che liberandosi, esprimendosi nella persona attraverso invasamento e possessione, produce l’arte, la danza, la musica e il canto.

Questa baccante nasce da un rovesciamento poetico di senso e dal desiderio di rivalutarne la figura facendone un simbolo della condizione e del ruolo della donna nella cultura. Non è, infatti, proprio la natura femminile, in quanto depositaria del segreto della vita, da sempre associata alla sfera istintuale?

La baccante diventa nella mia immaginazione non solo custode dei misteri di un culto, ma portatrice del seme, la pietra di taglio ogivale incastonata nel ventre, seme che già germoglia nelle pieghe delle vesti ondeggianti operando una metamorfosi della donna in forma floreale, ma capace in particolare di contenere nelle mani la propria storia: la sagoma intera del collier fa riferimento infatti alla forma classica dello specchio da viaggio. La donna, attraverso una ricerca tutta interiore, la conoscenza di sé, e attraverso l’esperienza dell’arte, giunge alla riconquista del proprio posto nella storia".

Lela Capitelli
Laboratorio Orafo Materia
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